top of page

Viaggio verso oriente Giappone

A cura di Nicole Furnò
​

Io ed i miei genitori siamo partiti l’ultima settimana di giugno del 2016 da Genova per Parigi, dove abbiamo atteso 5 ore il volo della “Japan Airlines” per Tokyo.

Arrivati a destinazione abbiamo provveduto ad acquistare una sim-card di una compagnia telefonica del posto in modo da poterci collegare ad internet.

Convinti dell’organizzazione del nostro viaggio, abbiamo deciso di cercare la stanza che avevamo prenotato (con “AIRBNB”, sito con il quale a prezzi non troppo elevati, stanze o appartamenti privati sono affittate dai loro proprietari) e di riposarci un po' prima di uscire per cena.

Ma fin da subito comunicare con i giapponesi non è stato facile; è raro che parlino inglese, e se lo fanno, si tratta di un inglese precario.

Per questo motivo è stato un vero incubo, non riuscivamo a trovare l’indirizzo che ci era stato inviato dal proprietario; nonostante le persone fossero gentilissime e sprecassero con noi parecchio tempo per cercare di aiutarci, non siamo riusciti a venire a capo della situazione finché una ragazza non ci ha accompagnati dalla polizia per chiedere ulteriore aiuto.

Il tutto si è concluso verso l’orario di cena quando finalmente si è scoperto che l’indirizzo in nostro possesso era sbagliato e che la via nella quale si trovava la camera aveva un altro nome.

Per i cinque giorni seguenti non abbiamo più avuto grossi problemi e abbiamo visitato svariati posti, dal centro della metropoli ai templi più antichi.

I posti che abbiamo visitato sono stati molti ma in questo articolo parlerò solo di Hiroshima e Osaka.

​

Hiroshima:

Città magnifica, abbiamo alloggiato in un appartamento e dormito sul “tatami” (tipico pavimentazione giapponese sulla quale vengono posti dei materassi bassi).

Ma la voglia di tornare a casa e il groppo in gola hanno fatto capolino in me non appena abbiamo messo piede al “Museo della Pace” di Hiroshima, istituito per ricordare i danni causati dalla bomba atomica sganciata dagli stati uniti nel 1945.

Al museo ci sono stati consegnati degli mp3 con annesse cuffiette per usufruire della guida in italiano; ad ogni reperto o riproduzione infatti, è assegnato un numero da digitare.

Oggetti in condizioni orribili, appartenenti ai vecchi abitanti di Hiroshima sono esposti e le storie che ho sentito con l’mp3 riguardo a questi sono agghiaccianti.

Davanti a tanto orrore ero pietrificata e la voglia di tornare a casa e di mettermi a piangere era davvero tanta.

Hiroshima è oggi città della pace.

Ovviamente Hiroshima non è solo questo ed è stata in grado di lasciarmi il segno.

 

Osaka:

Abbiamo raggiunto Osaka grazie alle linee di treni ad alta velocità presenti in Giappone.

Anche qui la routine è stata la stessa; ci siamo spostati per la città grazie alla metropolitana, abbiamo visitato templi, la torre Tsutenkaku e ci siamo relazionati con una parte di Giappone con la quale non avevamo ancora avuto a che fare; infatti abbiamo notato quartieri leggermente più degradati rispetto a quelli che avevamo già visitato.

Della permanenza ad Osaka la visita che non vedevo l'ora è stata quella agli “Universal Studios”, parco divertimenti a tema sullo stile di Disney World.


Se volete sapere di più riguardo a tutte le altre città che abbiamo visitato potete guardare il video allegato all’articolo.

bottom of page